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D.M. 30.01.1998 n. 39
D.M .17.02.1999 n. 44
D.M. 09.02.2005 n. 22
D.M. 09.07.2009


RESOCONTO SEDUTA SENATO DEL 14.2.2012 MILLEPROROGHE

Categorie PERSONALE RUOLO-pensioni



Si rinvia al sito del Senato sul resoconto stenografico della seduta del 14.2.2014 alla Camera(clicca qui).




Il Senato tornerà a riunirsi domani 15.2.2012, in due sedute pubbliche, la prima alle ore 9,30 e la seconda alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno "approvazione del milleproroghe" che ritornerà al Camera in quanto sono stati accolti alcuni emendamenti :quello sul testo proposto dal Governo  che riguarda la riapertura delle graduatorie permanenti per alcune categorie di abilitati, quello (6.63) per le  pensioni a favore di coloro che assistono figli gravemente disabili (clicca qui), quello(14.12 testo 2) sui malati oncologici o invalidi per il riconscimento annualmente della riserva nelle graduatorie e non alla fine solo in fase di aggiornamento(clicca qui)






Ci risulta che è intenzione del Governo di porre la fiducia sul MILLEPROROGHE al Senato come ha già fatto alla Camera.






NON E' STATO  PURTROPPO ACCOLTO QUELLO(6.51) SUI REQUISITI PENSIONI SCUOLA AL 31.8.2012(clicca qui)
Si riportano dal resoconto stenografico gli interventi  dei partiti favorevoli agli emendamenti sulla scuola ed in particolare all'emendamento 6.51 sui requisiti pensioni al 31.8.2012 del personale scuola(Partito Democratico e Italia dei Valori)








"1.      MERCATALI, relatore …. (omissis)
Lo stesso dicasi anche per i pensionamenti del personale della scuola. A questo proposito, vorrei fare un piccolo appunto al Governo anche per i tempi stretti. Do la giustificazione dei tempi stretti, ma, rispetto ad un emendamento che tendeva ad affrontare una situazione del collocamento in pensione del personale scolastico, c’è una differenza di quantificazione molto significativa tra la Commissione ed il Governo, e quindi servirebbe una relazione tecnica precisa e puntuale. Non vi è stata la possibilità di averla e alla fine l’emendamento che io personalmente come relatore avevo proposto non è stato approvato, e per noi questo è un limite molto significativo. Non facciamo di questo una questione di vita o di morte del provvedimento che andiamo ad approvare, ma certo ci sarebbe piaciuta una maggiore precisione ed una maggiore puntualità su una questione che riguardava la vita lavorativa di molte persone.
 GIAMBRONE (IdV)
Mi riferisco, nell’ordine, all’incomprensibile improponibilità dell’emendamento 6.65 e al respingimento degli emendamenti 1.46 e 14.11.
Il primo emendamento da me citato, cari colleghi, prevedeva la soluzione dell’incredibile situazione in cui versano oggi gli operatori della scuola della classe 1952. La legge previgente, modificata dalla manovra Monti, consentiva agli insegnanti di chiedere di andare in pensione, dal 1° gennaio fino al 31 agosto di ogni anno, con 60 anni di età e 36 anni di contribuzione oppure 61 anni di età più 35 anni di contribuzione (la cosiddetta quota 96). Oggi la cosiddetta finestra per andare in pensione prevede che i requisiti di cui sopra devono essere detenuti alla data del 31 dicembre 2011.
Tuttavia, come tutti sappiamo bene, compreso il legislatore, l’anno scolastico non coincide con l’anno solare per cui, così facendo, i nati nell’anno 1952, rispetto ai nati nell’anno precedente, ad esempio, sono oggettivamente svantaggiati in modo significativo. Tutto ciò non può accadere. Lo abbiamo detto con chiarezza in Commissione e continuiamo a sostenerlo in Aula: anche 7 anni in più di lavoro, a parità di requisiti, per un giorno di differenza sulla data di nascita.
Il Governo, nell’altro ramo del Parlamento, ha accolto un ordine del giorno con il quale si è impegnato a risolvere il problema. Tuttavia, l’Italia dei Valori non comprende il perché di questo rinvio alle calende greche, quando avevamo oggi, in questa sede, un’occasione all’ordine del giorno dei nostri lavori, una opportunità per cambiare la forte disparità che intendiamo comunque sfruttare con la nostra presenza in Aula.
Speriamo vivamente che il Ministro del lavoro e quello dell’istruzione possano dare una risposta a tale quesito e, quindi, alle decine di migliaia di operatori della scuola che si trovano in questa situazione.
Bastico (Pd) (omissis) …L’ultima osservazione riguarda il punto che non ha trovato un adeguato riconoscimento nel lavoro svolto, molto positivamente e intensamente, in Commissione. Oltre al tema, già richiamato, degli esodati (di cui il relatore Mercatali ha già parlato, facendo riferimento all’ordine del giorno che la Commissione ha approvato), non ha trovato soluzione il tema del pensionamento del personale della scuola.
Tale personale ha sempre fruito di normative differenziate per quanto riguarda le date del pensionamento rispetto agli altri lavoratori, per la ragione chiara e semplice che il personale della scuola può andare in pensione in una unica giornata, il primo settembre di ogni anno, in coincidenza con l’inizio del nuovo anno scolastico. Devono quindi valere per questo personale norme che non facciano riferimento all’anno solare, ma all’anno scolastico.
Con la riforma Fornero, tutto il personale della scuola è stato equiparato agli altri lavoratori e, quindi, per la verifica dei requisiti si fa riferimento alla data del 31 dicembre del 2011, requisiti necessari per poter fruire della normativa antecedente alla riforma del sistema pensionistico. Questo determina un evidente squilibrio a svantaggio del personale della scuola, il quale comunque aggiunge, ai tempi del pensionamento, 9, 10 o 11 mesi di lavoro, a seconda del giorno in cui matura il diritto al pensionamento.
Pertanto, il PD ha sostenuto un emendamento che prevedeva, solo per quest’anno e solo come data per la maturazione dei requisiti per fruire del pensionamento, di spostare tale data, per il personale della scuola, al 31 agosto 2012. Non è stata trovata una soluzione, pure avendo il ministro Fornero riconosciuto che si tratta di un tema meritevole di attenzione e di soluzione. Del resto la Camera, all’unanimità, con il parere favorevole del Governo, aveva votato un ordine del giorno in questa direzione, ordine del giorno che io auspico possiamo anche qui riproporre.
A me interessa riconoscere che il problema c’è e che oggi non siamo riusciti a risolverlo in Commissione, nonostante vi sia stata una votazione che per poco non ha visto l’approvazione dell’emendamento presentato dal relatore Mercatali. Ebbene, noi dobbiamo prendere atto del fatto che il problema esiste e impegnarci tutti alla ricerca di una soluzione adeguata, perché c’è una disparità per la scuola nella già pesante normativa innovativa per le pensioni proposta dal Governo.
Riteniamo che un conteggio dei costi di questa operazione e della copertura finanziaria possa avere ulteriori approfondimenti. Certamente, io ritengo che questo problema aperto non debba rimanere tale all’infinito. Chiedo quindi un ulteriore impegno al Governo e un approfondimento in questa direzione. (Applausi dal Gruppo PD).
Pardi (Idv) …All’interno della Commissione si consolida una sorta di atmosfera per cui i partiti che sostengono questo Governo tendono a dividersi i compiti, a farsi qualche limitata, anzi molto limitata, concessione perché quasi tutti gli emendamenti vengono annichiliti dall”inammissibilità ed altri vengono fatti fuori dal voto contrario. Tra quelli che restano si evidenzia la tendenza ad una sorta di spartizione consensuale, rispetto alla quale per altri partiti, in questo caso il nostro, si è costretti a registrare una sorta di esclusione aprioristica. (omissis)
….si sono verificati alcuni aspetti curiosi. Ad esempio, ricordo due emendamenti identici, ragionevoli, uno dei quali presentato dalla senatrice Bastico, sulla differenza che corre tra l’anno scolastico e l’anno solare. Anche il nostro Gruppo aveva presentato un emendamento di questo tenore, che poi curiosamente è stato dichiarato inammissibile pur essendo del tutto identico all’altro. Per fortuna la Commissione si è accorta in tempo che il nostro emendamento era identico a quello del presentato dalla collega del PD e quindi i due emendamenti sono stati votati congiuntamente. Purtroppo, il voto ha punito questa intenzione assolutamente razionale, poiché è indiscutibile che parlare di anno solare e ben diverso dal parlare di anno scolastico. In questa maniera sono state penalizzate decine di migliaia di professori che soffriranno la differenza che intercorre tra la fine del mese di dicembre e la metà dell’anno scolastico fino ad agosto. Questo era solo un esempio di involontaria ironia nella prassi di esclusione della nostra azione."




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15/02/2012 ore 07:56

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